• I vini naturali… lieviti indigeni in azione

Pantun, il vino di Jutta e Mimmo, travasato con scrupolo a luna calante sul finir delle giornate fredde

cattura

Sono Jutta e Mimmo i proprietari dell’azienda agricola Pantun,  a Mottola in provincia di Taranto, nata nell’anno 2000. Non ci sono stata ma, a quanto sentito dire, aprono le porte a visitatori ed avventori e ti offrono anche il pranzo insieme a loro (ed immagino valga la pena digiunare un paio di giorni prima viste le mie esperienze nel sud Italia!!). Sei ettari di superficie tra uliveti, orti e frutteto e tre di superficie vitata, dove coltivano in maniera biologica (ad alberello) unicamente la varietà primitivo, declinato in diverse sfumature a seconda della micro-parcella di provenienza. Sono 10.000 circa le bottiglie prodotte annualmente400 metri sul livello del mare, in mezzo ad un paesaggio fatto di vigne che  hanno un’età media di 15 anni.  Bene, ho finito con la teoria.

Parliamo allora del vino, che mi colpita molto, fin dall’inizio. E quando dico inizio parto dalle basi: l’etichetta. “Mimmo, cosa rappresenta?” –purtroppo non ho avuto modo di conoscerlo (aspettami che arrivo!) il signor Mimmo. Per cui alla mia riposta sul far della sera è seguito silenzio. A me è parsa un’etichetta grezza, nel senso buono del termine, che riflette l’essenza artigianale dell’azienda. Un’azienda che opera in modo naturale, senza uso di chimica; nessun intervento manipolatorio: no a chiarifiche o filtrazioni bensì il vino travasato con scrupolo a luna calante in giornate fredde; uso esclusivo di lieviti indigeni e, per chiudere il cerchio, il quantitativo di solfiti è  irrisorio, ridotto ai minimi termini, all’osso, scremato (non parzialmente!). Sono stata chiara???

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Certificazioni? Non servono. Basta assaggiare il vino per capire.  Nonostante la prepotenza dei sui quattordici gradi e mezzo che ti scaldano immediatamente l’animo, il vino da me assaggiato, Pantun come l’azienda, si evolve gradualmente bilanciando finezza e robustezza. Un primitivo molto equilibrato, così mi piace definirlo. Un vino in grado di trasmettere in un sorso solo  tutte le emozioni di un anno di lavoro di Jutta e Mimmo … Che esprime il territorio e, nonostante stordisca un pochettino, non fa per nulla male …  Un vino maturato in botti tipo vecchie ed affinato in bottiglia che arriva al bicchiere e nello stesso si manifesta con eleganza, senza essere stucchevole, grazie ad una buona spalla acida e a tanta energia positiva. Più di così … Cosa volete?

 

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