Vini naturali e lieviti indigeni

indigeni

In questo blog non ho deciso a priori di parlare di “vino naturale”. Ho iniziato a parlare di vino (sommelier in senso stretto, fanatica in senso lato!) e mi sono resa conto che di fatto parlo solo della fattispecie “naturale”. Assaggio dopo assaggio, approfondimenti non casuali, fiere del settore: tutto legato a quel mondo, da un po’ di anni or sono. Il tutto senza mal di testa o mal di pancia il giorno dopo. Accidenti, vuoi vedere che allora ne sono una fautrice? Ebbene si. Con passione, senza integralismo. Non per moda.

Anzitutto ho pensato sia educato un ringraziamento a colui che in questo mondo mi ci ha fatta entrare. Che ci si è sbattuto contro diversi anni fa arrivando a formulare dei concetti oggi noti e divulgati ma all’epoca lungi dal pensiero comune. Grazie Sandro SangiorgiCorre l’anno 1999 quando fonda la sua rivista indipendente, Porthos; è il 2001 quando parte il progetto didattico “Porthos racconta …volto a diffondere il pensiero porthosiano. Non esiste altro vino se non quello naturale: il vignaiolo è custode della propria terra, il suo scopo primo non è il numero di bottiglie prodotte ma lo trasformare la sua uva senza interventi chimici che ne contamino l’identità. Senza farsi vanto di un bagaglio tecnico non da poco (parliamo di uno degli enocritici italiani più autorevoli), Sandro fa del vino poesia, ne trasforma la conoscenza in un viaggio dentro sé stessi; un percorso a zig e zag tra storie di agricoltori etici e consapevoli.

Un viaggio culturale e spirituale che ammalia tanto gli enofili più sensibili (degno di menzione il musicista-enocritico Giovanni Bietti, autore di una serie di 3 libri dedicati ai vini naturali in Italia) quanto i consumatori più spicci. Storie di vita vissute; ricerca di genuinità nel bicchiere. Il naturale è un concetto egualitario che avvicina tra loro i bevitori consapevoli. Così la vedo io. Coloro che vogliono avere soddisfazione fisica (corpo) e psicologica (mente). E quindi vanno alla ricerca di questi vignaioli, provano, si innamorano anche di cose “sbagliate” perché, in fin dei conti, pure “le sbandate sono indispensabili”.

 Il bello (a me piace così) è che a differenza dei biologici e dei biodinamici i vini naturali non seguono un protocollo.  E’ però possibile coglierne l’essenza a partire dai vari movimenti: un’unica traiettoria lungo la quale si innestano dei saldi principi, adornati da sfumature diverse ma che arrivano alla stessa destinazione.

No alla chimica, né in vigna né in cantina; si a soluzioni alternative all’uso dei pesticidi.  La fermentazione naturale non va disturbata: usiamo solo i lieviti indigeni dell’uva! E poi? Beh, no a filtrazioni, chiarifiche ed interventi manipolatori di ogni genere. Ah, non ci pensiamo nemmeno a sforare con la solforosa (ridotta all’osso!). Quel minimo che serve ma no alla manica larga. Ma tutto questo perché? Per preservare l’identità del territorio e dell’uva, no all’omologazione, si ad un’identità precisa ed inconfondibile.

Come è possibile? Perché esistono molti vignaioli che lavorano per passione, dei veri e propri artigiani che lavorano ciò che offre loro la terra senza brama di far soldi. Sono un po’ anche  artisti? Certamente.

Oltretutto ne derivano dei vini salubri e di grande digeribilità!

Lo dicono i promotori di ViniVeri*, l’associazione VinNatur**. Lo dice il movimento Triple A. Lo si dice al Vinitaly, presso Vi Vi T, un’area espositiva rivolta ai “vini artigianali”. Lo dicono in tanti, lo apprezzano in molti. Non ci sono associazioni regolamentate come in Francia ma si annusa ovunque tanta passione. Alle volte gli animi si accendono (ed il cuore si scalda): ci sono i fautori dei vini col fondo (coi loro romantici sedimenti di lieviti) e gli “orange wine tutta la vita” (dovuti a macerazioni spinte). Sottonicchie nella nicchia. Confronti ed ideali.  Che si riconducono sempre, alla fine, in un buon calice di vino naturale, quello che più piace (non è forse ciò che conta?), senza mal di testa o mal di pancia il giorno dopo!

 * ViniVeri è un evento dedito ai “vini secondo natura” che ha luogo annualmente a Cerea (VR). Più di 100 produttori tra italiani ed europei, con uno spazio speciale alla Georgia e alla sua tradizione millenaria.

 ** VinNatur è un evento dedito ai “vini naturali d’Europa” che ha luogo annualmente a Sarego (VI) presso Villa Favorita. Più di 150 produttori.

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