Da Acqu’e Sale e’ possibile assaggiare la famosa pizza sorrentina di Antonino Esposito!”

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Caro Antonino Esposito, questa volta non ti volevo ringraziare, ti volevo semplicemente dire “Prego, non c’è di che!”. Sono matta? Un po’ forse sì, ma poiché a più riprese dimostri la tua gratitudine nei confronti di noi clienti golosi e soddisfatti (io il piatto, anzi due, li ho lasciati puliti puliti, come da istruzione sul sito di Acqu’ e Sale), sottolineando che tutto quanto hai creato non sarebbe stato possibile senza di noi, non mi rimane che dirti prego, anche se meriti non credo di averne molti. L’unico che mi riservo è quello di essere una buona forchetta … con gusto però!

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Però … caro Antonino, nonostante tu sia famoso, abbia scritto libri, partecipato ed ideato trasmissioni televisive, format su format e, dalla tua biografia io abbia dedotto che motivi di orgoglio ne hai un bel po’, nel mio piccolo ti volevo ringraziare pure io, per diversi ragioni. Anzi, prima vorrei scusarmi per non averlo fatto di persona, colpa dell’atmosfera rilassata di Acqu’ e Sale che si trova proprio nel porticciolo di Sorrento vicino al mare,  un’atmosfera che fa cadere nell’oblio più totale, soprattutto se fuori fa freddo, si sorseggia del buon vino od una birra artigianale (di commerciali giustamente nemmeno l’ombra) e si conclude la  serata con un limoncello autoctono.

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Lungi da me disfarmi di colpe, quindi eccomi qua, ancor col sapore della pizza fritta in mente, a ringraziarti per:

@ aver inventato (e registrato a titolo di marchio!) la frusta sorrentina. Una pizza stretta e lunga, dalla forma a barchetta. Ideale da passeggio perché, raccogliendo gli ingredienti, impedisce di sporcarsi. Ma io in tal senso non mi smentisco comunque. Semmai l’ho apprezzata per il suo nascondere degli ingredienti dentro se’ stessa, quasi a voler tener segreto sino all’ultimo istante freschezza delle materie prime ed originalità negli accostamenti. Per farvi venire voglia? A caso: fior di latte, cacio, noci di Sorrento, scaglie di limoni di Sorrento IGP, perline di mozzarella, olio extra vergine di oliva.

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@ farla anche fritta; si la frusta sorrentina fritta. E poiché nella vita c’è una prima volta per tutto ed io la pizza fritta non mi ero mai arrischiata ad assaggiarla, questa volta ho deciso di fare due in uno: fritta e lunga. E non me ne sono pentita, anzi. Nemmeno il giorno dopo, frittura leggera e digeribile.

@ non abusare di fantasia dimenticando i gusti semplici, quelli di una volta. E deliziare il palato anche con una semplice Margherita, la regina delle pizze. Lo schizzo creativo coi piedi per terra. Ed è un po’ ciò che differenzia lo stile di Acqu’ e Sale dal genere pizza gourmet che sta spopolando, dove sono pesce crudo, foie gras, pere ed accostamenti azzardati a farla per lo più da padrone (non che io disdegni …).

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@ dare la possibilità di optare per un piccolo menù degustazione, evitando litigi del tipo “tu prendi quella, così io poi prendo l’altra, facciamo a metà, anzi dammene 1/4 se no poi io ingrasso, così io assaggio da me e poi tu da me” e via discorrendo. Il menù ha un prezzo onestissimo visto che assaggerete frusta, calzone fritto, fagotto, pizza verace e pure un dolcetto. Fagotto in cicciotto (ho fatto la rima!), perché da Acqu’ e Sale non si mangia solo pizza. Se volete potrete provare anche la cucina.

@ non annoiare, attraverso una moltitudine di impasti, da quello classico integrale o al farro, ai più variopinti, come quello al vino di Gragnano, al grano arso* (premiata come prodotto innovativo nel 2014), all’aceto balsamico, al miele, agli spinaci, al limone, al basilico e gluten-free. Già perché alla cucina senza glutine è dedicato un forno specifico. Se anche non siete intolleranti od allergici, siate felici per i vostri amici, amici degli amici o anche semplici sconosciuti che invece lo sono. E potranno anche loro godersi la vita e le pizze di Antonino Esposito.

“Infine … i miei ringraziamenti vanno a tutti coloro che si appassioneranno alla storia di un giovane pizzaiolo cresciuto nei vicoli della sua Sorrento, uno scugnizzo che ha trovato la forza di trasformare un lavoro in un sogno da raccontare”.

Beh, allora che dire … Ancora prego Antonino. Perché a me la tua storia – e non solo la pizza –  è piaciuta … assai.

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