• Riflessioni enoiche…

SOLFITI SI o SOLFITI NO? Io la prendo con filosofia!

L’altro giorno un tale mi confessa: “odio le persone che postano su Facebook foto di loro in posa o, peggio ancora, con il compagno/a “. Ma saranno pure affaracci loro. E quell’altro: “io detesto i ritardatari”. E perché li aspetti allora? Ed ancora: “non tollero le persone che dicono fischi per fiaschi”. Ma non fai prima ad infischiartene?  

“Ma insomma, tu invece, la prendi sempre con filosofia?”. All’unisono.

Beh, io ci provo. Non c’è tempo per corrucciarsi, convenite? Ad ogni modo, lo ammetto, c’è una cosa che non posso sentirmi dire. Io davvero, qui lo dico e mai lo nego, non sopporto quando, tanto in lontananza quanto in vicinanza, colgo un “Ieri sera ho bevuto un bicchiere in più ed oggi … che mal di testa!”.

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Scusami sai ma … è solo soltanto una questione di solfiti. Tu non lo sai però io lo so. Ed anche altri lo sanno.C’è chi lo sa e chi non lo sa insomma. Ma … ignorantia legis non excusat. Anche quando di legge enoica trattasi. Non piangerti addosso! (non tollero chi si autocommisera!)

Ma questa legge cosa dice? La normativa europea, per essere precisini (ecco, un’altra cosa che detesto: e siamo a 3), fissa a 150 mg/l per i rossi, a 200 mg/l per i bianchi e ad un pochino in più per i vini dolci,  il limite massimo di solfiti galleggianti. Però, parliamone, ci sono solfiti e solfiti, che di tutta un’erba non se ne faccia un fascio. Ci sono quelli “buoni” che si generano durante il processo di fermentazione, anche detti “solforosa naturale” (non dichiarati in etichetta). Peccato però che non siano sufficienti. Ed è così che arriva la chimica. E con lei i solfiti aggiunti; i “cattivi”. Ma che male mai faranno, soltanto perché addizionati? Io la prendo con filosofia.

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Vale a dire? Beh, i solfiti sono dopotutto dei conservanti dalla funzione antibatterica e antiossidante, presenti non solo nel vino ma in alcuni cibi come i crostacei, le marmellate, i succhi di frutta, la frutta secca ed i prodotti sott’olio. Quindi ecco, senz’altro non fanno morire e, lasciatemi che io lo dica, ci sono conservanti alimentari molto più cattivi. Certo è che, come tutte le cose che proprio benissimo non fanno, meglio non abusarne. Effetti collaterali? Beh il famigerato mal di testa (anche se c’è chi sostiene non via sia una relazione certa)  e poi, o Mio Dio,  “difficoltà respiratorie come fiato corto, respiro affannoso e tosse su individui ipersensibili”.  Però ritornando alla filosofia  e al come prenderla… è solo una questione di modigeratezza.

Il che significa optare maggiormente per i vini rossi che, grazie alle proprietà conservative dei polifenoli (ottimi alleati pure contro l’invecchiamento), ne necessitano in quantità minore. Dirottare verso i vini biologici che, per normativa omonima, ne ammettono quantitativi inferiori. Ricercare tra gli scaffali delle enoteche vostre amiche i vini senza solfiti aggiunti i quali, per omettere la dicitura “contiene solfiti” in etichetta, ne possono contenere come max 10 mg/l. Il che significa, se ne siete capaci, bere con  (e non senza) mezzi termini, che poi magari “del mal di testa è anche colpa dell’alcol, e che cavolo!” (dissero i solfiti in una sera di sommersione dei dispiaceri).

Ed infine, confidiamo sul come sempre più siano le aziende produttrici che attraverso determinati accorgimenti (tra cui una selezione accurata delle uve, un’elevata igiene in cantina, un attento controllo della temperatura ed altre cose da enologi) ne riducano sempre più l’utilizzo.

Ecco quindi che attraverso un po’ di ottimismo, speranza e sano equilibrio è tutto sommato possibile vedere il bicchiere mezzo pieno …. anche quando di solfiti parlasi!

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