• I vini naturali… lieviti indigeni in azione

Uno zig e zag tra la mia ultima malefatta e il Sekt Brut di Peter Jakob Kühn

Ci sono giornate alle quali si vorrebbe mettere una X sopra. Ed altre nelle quali ci si limiterebbe ad una Y. Ci sono poi le giornate cui non si vorrebbe mettere sopra un bel nulla, le giornate che iniziano con la Z. Le giornate a Zig e Zag. Quello della mia mente contorta che a volte, assorta nei suoi pensieri, trasforma la sottoscritta in un’ineguagliabile sbadata. Se esistesse un oscar all’uopo ideato andrei ben oltre la candidatura, aggiudicandomi la statuetta. Amici, cari e conoscenti, all’unanimità votanti…Ho la fedina sporca. Unta da n-episodi che fanno di me una svagata ma mai una scriteriata. Le chiavi lasciate sulla toppa 1,2, … volte. L’insalata riposta in dispensa. Le banconote perse un pò ovunque. Le scarpe smarrite nel nulla. La crema da viso anzichè il dentifricio. La borsa della palestra al posto del PC. Lo zucchero anzichè il sale. Ed ora mi fermo, anch’io ho una dignità. E poi … dovrò pur lasciar un posticino alla mia ultima malefatta.

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Che con le guancie di vergogna rosate ed un riso incessante a fatica contenuto dovrò … raccontare. Distratta dal gelo accumulatosi sul parabrezza che ieri di prima mattina mi sono trovata a rimuovere a suon di …. ve lo risparmio, mi sono un pelo distratta. Riparto convinta in direzione lavoro e sul più bello che trovo lo spirito di uscire dall’auto parcheggiata dove se non nel parcheggio aziendale (Battisti alla radio ha il vizio di trattenermi) soprassalgo – oSSignoreMio dove ho lasciato il PC –  “Vuoi vedere che l’ho appoggiato sul tetto dell’auto fintantochè sbrinavo?” E così fu. Dio ti ringrazio che mi hai graziata. Come direbbe Jovanotti: “Sono un(a) ragazzo/a fortunato/a”. Forse io, coi miei 33 anni suonati, posso definirmi una donna fortunata. Il PC, dopo curve, semafori e frenate (ho la guida sicura, ok – ok), si trovava ancora lì, intatto come non mai; immobile per tutto il viaggio (ahhhh, ecco perchè la gente rideva – non era per il colore della mia auto!). Gelo che hai funto da collante sii lodato. E sulla mia testa fra le nuvole stendo un velo – Non pietoso. Piuttosto, divertito. Maledizioni alla larga.Kuhn

Dopo n-ore in ufficio – un’estenuante sessione di yoga dove ogni mossa si rivela nemica della mia non-elasticità del lunedì – finalmente mi ritrovo a cenare all’alba al rovescio delle 9.45 P.M. shutterstock_132103754

Svuotata una busta di insalata riempita di ogni avanzo possibile e (forse) immaginabile  – qualcuno la chiamò “insalatona” – , decido di affogare la mia frustrazione nell’ultimo goccio di proposito avanzato la sera antecedente il giorno della malefatta del Sekt Brut di Peter Jakob Kühn – 2012.  Un mezzo calice di questo gioco tra amaro e dolce. Un metodo classico a base di riesling che non invade con la sua fragranza ma che conquista per la sua assenza di spigolosità. Un metodo classico dal naso dolce e dal palato masticoso. Dal profumo fruttoso più che pan-briochoso. Un biodinamico facente parte di Demeter. Di un’azienda del Rheingau presso la quale mi sono fiondata  durante l’estate da poco terminata. Unico, originale e per tale ragione inconfondibile. Un tatuaggio sul tuo palato che risulta preziosamente inimitabile. Bello a vedersi quanto buono a degustarsi.

Si, questo vino qui vale veramente la pena. La mia testa tra le nuovole, pure lei, ha assentito. Quella da sommelier ma non troppo. Degustatrice ufficiosa. Mai e poi mai ufficiale.

 

 

 

 

 

 

2 commenti

  1. Francesco Mondelli

    Un vero dramma sarebbe invece scordarsi in cantina bottiglie importanti che pur non rischiando di rompersi come il suo pc potrebbero cadere nell’oblio del tempo negandogli la possibilità di un inno alla gioia.PS.Il giorno dopo rimane sempre la prova del nove per le bevute da grande emozione.FM

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