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Quando è l’istinto a guidare la nostra scelta … non si può sbagliare. Azienda Agricola Cirelli docet.

Passeggiare tra gli scaffali di un’enoteca in un casuale tardo pomeriggio di inizio estate dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro ti fa giungere alla più cruda delle conclusioni che l’unico autentico parametro di selezione di un vino è … l’istinto. Poco importa se siete dei Sommelier come me, degli assaggiatori di vino come Loro, delle casalinghe soddisfatte, degli uomini d’affari o delle donne in carriera insoddisfatte. L’istinto ti dice quel che devi fare molto prima di quanto occorra alla tua mente per capirlo, non importa chi tu sia.

Ed a ciò si aggiunge che: non esiste un giorno speciale per una bottiglia speciale; ogni giorno lo è per acquistare ciò che ci piace (e pare). Men che meno esiste un giorno non speciale per una bottiglia non speciale. Ciò che esiste siamo noi, quindi voi, e le nostre casuali scelte non a caso dall’istinto guidate. Ma tutto questo che c’entra con una bottiglia di vino? Assolutamente nulla. Tremendamente tutto.

Ritrovandomi durante quel tardo pomeriggio in una qualsivoglia enoteca del centro città, è seguendo l’istinto che ho deciso di acquistare una bottiglia di vino per: il prezzo e l’etichetta. Ragione (il mio budget è limitato) ed istinto (trovo il labeling spontaneo ma accattivante) che sempre lottano tra loro ma intersecandosi mi hanno condotta alla …. Scelta giusta?

Montepulciano d'Abruzzo Cirelli

Ed ecco quindi che per 7 euro e mezzo ed un’etichetta con una palla rossa stilizzata ho portato a casa l’armonia con la natura oltre ad un vino rosso beverino a base di uve montepulciano. Si perché questo è il motto dell’Azienda Agricola Cirelli; una fattoria biologica, la cui produzione rispetta il ciclo naturale degli oliveti, dei vigneti, dell’orticoltura e allevamento del bestiame. Una coppia di giovani dedita ad una filosofia di produzione naturale da cui si originano circa 14000 bottiglie l’anno dallo stile diretto e senza fronzoli. Siamo in Abruzzo; l’azienda agricola è circondata da 22 ettari di terreno da cui originano trebbiano e moltepulciano; o Montepulciano e Trebbiano a seconda dei punti di vista; quello che cambia è senz’altro l’etichetta (una palla gialla stilizzata nel caso del trebbiano) e il colore del vino. Quanto al gusto, nessuna obiettività fa al caso mio ma solo le sensazioni guidate dall’istinto che non lasciano spazio d’equivoco. Scansando dunque quest’ultimo ecco che mi sono lasciata andare a dei sentori di frutti rossi e di bosco molto giovani; a dei tannini scalpitanti rafforzatisi in virtù di un breve “invecchiamento” di sei mesi in acciaio  (se di invecchiamento si può parlare in giovane età). Un vino che non vuole strafare ma che conquista per la sua semplicità. Una buona spalla acida senza tanti se, ma, però.

Francesco Cirelli è uno dei tanti laureati in Economia alla Bocconi che decide ad un certo punto di ritornare alla terra e alle origini. Tutto questo perché? Perché aveva il pallino fisso del buono e sano mangiare e bere.

Un pallino che da piccolo e fisso è diventato grande (quello che si trova in etichetta). Un pallino che ha assunto forme non ben delineate ma dai contorni sfumati. Già … A me piace la gente che ha il chiodo fisso. Perché è su di lui che appende il cuore e la propria anima, sale sulla scala dell’infinito, si affaccia alle finestre del cielo e lo dipinge a mano.

 

 

Un commento

  1. Ciao Mary,
    Thank you very much for your words which I fully agree! Too many words on a drink; let’s be more instictive, genuine, emotional.
    Alla salute! !
    Francesco Cirelli

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