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Joaquin di Raffaele Pagano ed il vino 110 Ostrica B.O: si doveva chiamare Perverse ma poi, per la legge del contrappasso ….

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Alla cena presso Re Mauri’, l’abile quanto affabile sommelier Roberto Adduono vi saprà ben guidare nella scelta tra le 850 etichette tra italiane ed internazionali. Ma, se avete le idee convinte come me quella sera, non sarà semplice distogliere la scelta tra quello che è il desiderio di un vino autoctono sì ma convenzionale anche no. Ed ecco quindi che la mia scelta, vuoi perché alle volte le idee le si ha ben chiare in testa, vuoi perché il sommelier non osa contraddirti, si è dirottata verso un orange wine a base di greco, annata 2014, prodotto ed imbottigliato da Joaquinwines, azienda agricola dai 5 ettari vitati nel cuore dell’Irpinia, dove è Raffaele Pagano la mente pensante dietro a dei vini unici nel suo genere, se vuoi da capire, difficili da imitare. Ecco, l’avete capito perché l’ho scelto? Perché dicono che Raffale sia un eclettico, scostante, sperimentatore, mai stufo, un irrequieto con la voglia di produrre delle bottiglie tra loro sempre diverse. Da collezione, insomma!

Prodotto in sole 1200 bottiglie, il “110 Ostrica B.O.” ha un deciso impatto ossidato all’inizio, dovuto alla macerazione sulle bucce e all’invecchiamento in botti di rovere ed acacia.

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Un giallo che tende all’aranciato. Un profumo un po’ ossidato (ribadisco) che ha lasciato però via via spazio a note di frutta molto matura, anche se c’è voluta un po’ pazienza nel coglierle. Ma quando sono arrivate è stata come una sberla in faccia: un bouquet “sovramaturo”, latente profumo di frutti appassiti. Con le spezie ho faticato un po’ (forse qualche nota un po’ dolce, quella invece sì), sia mai io abbia bevuto troppo veloce e di quella virtù che solo i forti posseggono, dovevo forse armarmi un po’ di più. Quando è sete è sete. Ma … il palato certamente lo ricordo, è molto fresco, quasi beverino (anche se suona meglio di giusta beva?), pulito e non stancante, lungo e di persistenza, me lo ricordo come fosse ieri. Nonostante sia un vino in grado di sfidare anni di invecchiamento e maturazione. Da preservare, non solo in memoria, per un domani.

Però mi è sfuggita una cosa. B.O. sta per bis orange. Fin qua tutto chiaro. 110 Ostrica sta per. Mmm, troppo curiosa. Questa volta ho deciso di chiederlo direttamente a loro. E devo dire che ho trovato il tutto estremamente interessante!

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