• I vini naturali… lieviti indigeni in azione

Intervista ad Adolfo di Tenuta Scuotto: un concentrato di passione nel cuore dell’Irpinia

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Eccomi di rientro da un viaggio nello splendido territorio campano. Dopo aver scovato in lungo e in largo tra le perle vinicole della DOC Costa d’Amalfi e sorseggiato i vini della costiera, prima ancora di rileggere e riportare i racconti delle meraviglie rimaste nel mio cuore ma già parte di un passato, ecco che la curiosità latente verso il nuovo si affaccia senza esitazione ed esclama “e che mi dici dei vini dell’ Irpinia?”. Già, perché la Campania ha una produzione vinicola molto estesa che interessa tutta la regione (con una forte vocazione per i vitigni autoctoni, ovunque voi andiate), con una maggior concentrazione proprio nelle provincie di Avellino e Benevento.  Incuriosita di un vino assaggiato a Vietri sul Mare, che con Vietri sul Mare nulla aveva a che vedere, ecco che mi ritrovo a curiosare, sondare, chiedere ed … infine intervistare un produttore di vino (di quel vino da me assaggiato per la precisione), di un’azienda di 6 ettari per una produzione di circa 40.000 bottiglie l’anno (destinata a Italia, California, New York, Connecticut, Ohio, Giappone, Belgio, Svizzera e Polonia). Sto parlando di Tenuta Scuotto un’azienda che opera nel massimo rispetto della natura in quel di Lapio, in provincia di Avellino, dove Adolfo e papà Eduardo lavorano ogni giorno con molta, oserei un “moltissima”, passione.

Adolfo, mi vorresti dunque raccontare  un po’ chi siete, cosa fate, dove posso trovare i vostri vini?”. 

Et voilà, ecco un’intervista che Adolfo ha voluto fare a stesso per condividere con me, con voi e con tutti gli appassionati il suo piccolo ma … grande mondo!

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§ Come nasce l’azienda?

Ci sono i sogni nel cassetto, ma non quelli accantonati o riposti con rassegnazione aspettando che il tempo ne sbiadisca i contorni, quelli invece messi lì in “attesa”, in attesa che si crei l’occasione, che il vento “dell’opportunità” soffi sulle loro vele per portarli alla luce nella loro concreta e tangibile essenza. C’è infatti chi eredita i mezzi, discendente da famiglie di viticoltori, ma non ne condivide la passione. C’è anche chi eredita un territorio vocato, ma non ne porta in grembo la sua vocazione e c’è chi invece ha come sua unica eredità il coraggio di fare delle scelte coerenti con la passione che lo hanno da sempre accompagnato. È proprio così che nasce TENUTA SCUOTTO. Un’ escursione fuori-porta, il panorama mozzafiato e la suggestione del percorrere la terra del FIANO hanno dato vigore alla fiamma mai spenta di Eduardo che, sostenuto ed incoraggiato da suo figlio Adolfo, ha posto le basi per quello che ora si può definire un apprezzato e riconosciuto progetto vitivinicolo.

§ Quale è la filosofia che vi accompagna?

Lo spirito è stato fin da subito quello di affacciarsi sullo scenario enologico con prodotti differenti che fossero l’espressione più fedele del terroir ma che allo stesso tempo ne restituissero in degustazione un’identità unica. Ogni aspetto della produzione è stato improntato sul rispetto per il territorio, rifuggendo  dall’omologazione e dalle mode. Basta un sorso dell’ Oi nì per poter esser catapultati nel nostro universo, fatto di maniacale attenzione al dettaglio, desiderio di regalare emozioni che durino nel tempo, aspirazione ad essere produttori di “gioie imbottigliate”.

§ Come nasce questo Vino così particolare dal nome Oi nì?

Nasce come tutte le cose che sono destinate a lasciare un segno: “ da un’idea semplice”. Ovviamente semplice nella sua formulazione, ma tutt’altro che facile nella sua realizzazione. Conversavamo con il nostro enologo e lo staff su quelle che dovevano essere le linee guida dell’azienda e alla domanda corale “ Cosa deve produrre Tenuta Scuotto? “ mio padre rispose senza indugio alcuno “ Un vino che non esiste ancora sul mercato”. Il progetto era quindi teso alla produzione di un fiano atipico che conservasse la maggiore concentrazione di naturalezza possibile e con un legame indissolubile, per tipicità, con il territorio che l’aveva partorito. Ragion per cui si optò per fermentazioni in botti ovali senza lieviti selezionati, senza  filtrazioni, né stabilizzazioni, per un vino che deve unicamente percorrere il proprio processo di maturazione prestando la massima attenzione al fine di assicurare che resti intatto durante questo percorso.

§ Quali altri vini producete?

La nostra produzione è declinata in 6 etichette. Come bianchi, produciamo oltre al già citato Oi nì, un altro fiano con vinificazione in acciaio, il greco di Tufo, e la falanghina . I due vini rossi, aglianico e taurasi, completano la gamma. Abbiamo un collezione di vini che può contare su 3 docg e altrettanti igp ma, al di là delle denominazioni, il filo conduttore della nostra produzione è e sarà sempre il concetto di “qualità trasversale”. Non dovranno mai esistere scelte qualitative verticali e mono-prodotto, ma solo un sistema atto alla produzione di vini eleganti e dalla forte personalità, dove l’unica differenza la faranno in fase di degustazione il corredo vitigno-annata-vinificazione e il gusto soggettivo.

§ Cosa può essere importante per lo sviluppo e che progetti ha per il futuro dell’azienda? 

Per noi è di fondamentale importanza continuare sul percorso già tracciato, fondendo tradizione ed innovazione, ma conservando sempre autenticità e tipicità. L’aspirazione è quella di essere sempre riconosciuti come produttori di vini eleganti che si lasciano piacevolmente ricordare. La nostra crescita, inoltre, dovrà essere una naturale conseguenza del diffondersi di questa cultura, quella del bere per emozionarsi e della auspicata maggiore notorietà della nostra azienda tra il pubblico degli appassionati, dei curiosi, degli esperti , in sintesi di tutti coloro che sanno scorgere dietro la bottiglia il progetto, o forse meglio dire il “sogno”, senza il quale quella bottiglia non sarebbe mai potuta esistere.

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Un commento

  1. l’orgoglio l’umiltà la semplicità la schiettezza la saggezza e l’esperienza rende la tenuta e la famiglia Scuotto persone squisite speciale solare tutti i vini sono buoni ma o però Oì Nì è sconvolgente particolare fine ‘A Fine Dò Munne<>

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