Il Clandestino di Moreno Cedroni: un paradiso ad occhi aperti

E’ bello, è soft …gode di una vista mozzafiato. E’ clandestino; Il Clandestino. I suoi toni del bianco e del blu sono molto rilassanti. La brezza che ti accarezza durante il pranzo, finché te ne stai seduto rivolto verso il mare, dando le spalle al locale, non-Curante di quello che accade alle tue spalle. Tutto questo non ha prezzo, davvero. Non è dal cibo che ritrovi appagamento ma dall’esperienza a tutto tondo, una cerchio perfetto disegnato col compasso. Un susseguirsi di emozioni che pulsano dentro di te; quella vocina che ti sussurra quanto è bello il vivere e il potere distensivo dell’azzurro del cielo quando si fonde con quello del mare. E’ un puzzle. Un puzzle senza titolo. Componi un disegno, di cui ogni tassello è parte unica di un tutto spettacolare.

Moreno Cedroni

A tutto ciò, aggiungi l’esperienza di un menù anni ’50 (susci 50), dove l’estro creativo ed il guizzo fuori dagli schemi di Cedroni aggiungono un colore in più a tutta la tua esperienza, un flusso di sapori; un’onda di gusti; tanti colori:

Hot dog di pesce Moreno Cedroni

Mauna Kea Ghiacciolo al Karkade, rum, cardamomo nero e profumi inebrianti Blue Hawaii Ricciola con salsa di ananas, porro, cocco, piselli mangiatutto croccanti Rock ‘n Roll Susci Maki di spada, con alga wakame, gelatina di nori e melanzane, avocado e rapa rossa Elvis Tataki di tonno bianco con banana, burro d’arachide e bacon, brodo leggero di friggitelli, katsuobushi e senape Drive In Hot dog di gamberi , salsa barbecue, e maionese di chips Bettie Page Il baccalà che salo io, polentina nera, aglio nero, cavolo cinese fermentato e noce macadamia Marilyn Monroe Milkshake di arachide, polvere di caffè, gelato di carote e caviale.

Delle lunghissime posate che ricordano gli chopstick giapponesi. Guardateli all’incontrario e capirete a cosa mi riferisco.

Il Clandestino Moreno Cedroni

Tornando per un momento (soltanto) sul pianeta terra, qual’è il piatto che mi è piaciuto di più? L’hot dog di gamberi, salsa barbecue e maionese di chips. Ancora una volta un panino felice. Evviva i panini felici!

Cosa mi è piaciuto di più ma “un pò meno più” dell’hot dog? L’alga wakame, gelatina di nori e melanzane del Rock’n Roll Susci. Proprio così; quell’alga era spettacolare. Ne avrei mangiata a rulli.

E poi l’abbinamento birra alla nocciola con il milkshake di Marilyn;  un’esperienza volatile come la gonna sollevata dal vento proveniente dalla metropolitana. Che mi ha permesso di rivalutare il burro d’arachidi e ricordare come una birretta fresca al mare, con la sua disarmante semplicità, possa accontentare i palati più esigenti (ogni riferimento è Non voluto).

 Ed il vino? Un vino naturale, senza dubbio. Un vino del luogo. Un vino con un buon tenore alcolico ma che, dotato di una certa mineralità, si è lasciato comunque bere piacevolmente. Dorato il colore, inebriante il profumo (più spinto rispetto ad altri Verdicchio assaggiati), pieno nel gusto. Pieno di leggerezza e naturalità. Verdicchio Riserva Campo delle oche Fattoria San Lorenzo.

4 commenti

  1. Ma me lo sono perso io o non c’è scritto dov’è? Cmq la descrizione è ben fatta e molto intrigante! 🙂

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