• I vini naturali… lieviti indigeni in azione

Il frutto dell’amore che va oltre l’estetica: il Massa Vecchia 1997 ne è la piena dimostrazione!

Massa Vecchia, siamo in alta Maremma Toscana, a Massa Marittima. 3,6 ettari di vigneto per una produzione di circa 15.000 bottiglie, un po’ di oliveto e seminativo. Fondata nel 1985 da Fabrizio Niccolaini e Patrizia Bartolini, a partire da una vigna già esistente ed impiantata nel ’72 dal papà di Fabrizio con Sangiovese e Trebbiano. Dal 2009 l’azienda diventa società agricola e viene gestita da Francesca Sfrondini con il sostegno dei soci ed amici Daniel e Ines Wattenhofer, Tomas Frischkecht e Rocco Delli. Ad oggi sono impiantati un sacco di vitigni oltre ai due storici: alicante, malvasia nera, cabernet sauvignon, merlot, aleatico, vermentino e malvasia bianca di candia.

Di anni ne son trascorsi ma la filosofia dell’azienda è sempre rimasta la stessa, ovvero il rispetto della natura con tutto ciò che ne consegue. La vigna è curata senza l’utilizzo di chimica ma con concime “autoctono”, i trattamenti sono solo a base di zolfo e rame e si cerca di ridurre ai minimi termini l’addizione di solforosa nei vini.

Detto ciò, non mi rimane che raccontare il mio più recente approccio a Massa Vecchia (ho bevuto i vini dell’azienda in altre occasioni), un sangiovese in purezza assaggiato presso il ristorante Da Caino, annata 1997: il vino che è stato la … “seduzione” a tutti i miei problemi. O forse … la risposta a tutte la mie domande per avere la conferma di quando un vino può definirsi VERO.

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Digeribile ed attrattivo per il mio stomaco. Esattamente questo. Nonostante un vino di struttura, è stato delicato e di facile beva, dove per “facile beva” intendo di semplicissimo assorbimento per il corpo. Risultato: in splendida forma.

Longevo. Un vino maturato nel tempo senza perdere la sua natura ed il suo carattere ma plasmatosi negli anni, facendo dello trascorrere di ogni momento un elemento di arricchimento, acquisendo personalità fatta di ossigeno respirato; un preservarsi dalle avversità per mantenere l’anima legata alle proprie radici.  

Tutto quanto sopra risulta possibile, in quanto non è stato manipolato, seviziato, incrinato ma è il frutto dell’amore tra uomo e natura, incondizionato ma soprattutto VERO e così lo è il vino da loro creato…

… bevibile per il gusto di assaporare un territorio e non come esercizio estetico di degustazione. Il territorio dove quell’amore è nato, evolvendosi negli anni con delle sfumature più mature che vanno oltre il semplice aspetto esteriore ma hanno un qualcosa di sostanzialmente equilibrato e … profondo.

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