• I ristoranti stellati Michelin

Casa Vissani: quando simpatia e accoglienza trasformeranno la vostra serata!

A Baschi, sulla riva del Lago di Corbara, arrivi, suoni il campanello, parcheggi e già ti aspettano all’ingresso.

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A Baschi … dove? A Casa Vissaniil 2 stelle Michelin del tanto noto chef Gianfranco.  Chi non lo conosce? Tra i padri fondatori della gastronomia italiana, il suo nome risuona a tutti, anche a chi di alta cucina se ne infischia ma … scommetto che chiunque lo ha almeno una volta in vita sua sentito nominare. D’altronde, l’animo straripante dello chef unito alla sua eccentrica personalità, a pennello hanno calzato un’esposizione mediatica non indifferente.

Ecco dunque fior fior di pareri discordanti su Casa Vissani, anche da parte di coloro che alla mecca del gusto non si son mai recati. A me personalmente è piaciuta un sacco. Ma proprio tanto. Un’esperienza da non dimenticare, unica nel suo genere. Per tal ragione da ripetere e suggerire.

Per prima cosa? L’accoglienza. Il modo di fare scherzoso e alla mano del figlio Luca, che gestisce la struttura. Le maniere simpatiche del maître Giuseppe Vicario. Un  savoir-faire non ingessato, il giusto senso dello humor, frutto di una pluriennale esperienza nell’alta ristorazione. L’attitudine del resto dello staff che, per osmosi o insegnamento, ricalca lo stile delle leve più mature, con il quasi esplicito intento di far divertire il cliente.

M’è piaciuto alquanto l’arredo. Sembra d’entrare in una casa. Il salotto di quell’amico facoltoso dallo stile un po’ eccentrico. Specchi dalle cornici dorate, poltrone di pelle, abajur e lampadari dalla luce morbida ed avvolgente, tappeti persiani:

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Toni caldi, librerie arricchite da eclettici oggetti d’arredo. Argenterie, libri, bottiglie, cristalli. Una Berkel rosso smagliante. Quadri alle pareti:

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casa-vissani_interior-design_2Le iconiche scarpe rosse un po’ glamour del signor Vissani. Che le indossi per puro sfizio o forse contro il malocchio?

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E poi le diverse sale, coi tavoli guarniti da tovagliati e mise en place dal tocco molto chic  (i servizi di piatti sono firmati Hermes). Colori e fantasie a ricordare i variopinti foulard della maison francese.  Lo stile è carico ma con buon gusto.

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Con quella libreria imbottita di enciclopedie ed il nudo dipinto alla parete, una sala “separata”, con il suo tavolo rotondo al centro, mi ha ricordato la sala da pranzo di una facoltosa casa anni ’80. Sedie imbottite, velluto color arancio; una luce molto calda ed un’atmosfera a dir poco calorosa:

casa-vissani_sala-classica-con-libreriaQuella “classica” (con la cucina che si scorge dietro una finestrella, sembra un quadro in movimento), è la sala ideale per chi ama curiosare i retroscena, tra un boccone e l’altro, un sorso di vino ed una chiacchiera leziosa con maître  e sommelier:

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Per coloro che preferiscono una “situazione” più informale c’è infine una “sala rock” che serve lo stesso menù del ristorante ma dove spesso si propongono degustazioni più veloci come il “W.I.P. Lunch”, un pranzo di lavoro gourmet, compresivo di 2 pietanze salate ed 1 dolce con calice di vino. Già perché Casa Vissani, la mecca dell’alta gastronomia, è molto democratica.

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La cucina di Casa Vissani è un mix della personalità vissaniana e lo stile più pacato del sous chef orientale Mori Shinichi, da oltre dieci anni fedelissimo membro della famiglia. Una cucina che è risultata molto ricca al mio palato e molto estetica ai miei occhi. Molti elementi nel piatto, combinati in modo sapiente, che ho saputo apprezzare pur essendo più incline agli approcci minimalisti. Nonostante il tripudio di colori e sapori serviti in modo molto glamour, in antitesi col mio gusto per il bianco attorno e l’essenziale nel piatto, mi sono sentita davvero coccolata dal cibo, a dose rincarata grazie al servizio divertente e divertito.

E’ possibile scegliere un diverso numero di portate dal menù, il “Three levels”3, 6 o 9 piatti in degustazione. Non abbuffatevi del delizioso pane (bianco, liquido non lievitato  al rosmarino, cracker papaya e grissini con semolino pistacchi e arachidi, servito con del burro salato che crea dipendenza) per lasciare spazio ad una serie di sfiziose entrée (dai ricci di mare shakerati con passion fruit, all’uovo di quaglia con tartufo o il calamaro ghiacciato su purea di asparagi bianchi) di benvenuto. E poi …

Arachidi al passion fruit, hamachi e salmone selvaggio:

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Triglia con squame di mostarda di clementini, mela, curcuma e zucchine:

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Scampi battuti al mango, whiskey di torba e caviale:

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Crudo di vitella, grappa di prugne, carote arancioni, gelato di grappa:

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Zuppa di papaia, verza cappuccia, cavolo nero, branzino, sambuco al raschera:

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Carnaroli, cime di rapa, pecorino e bottarga al peperoncino erotico:

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Ravioli di cappesante con aglio nero, cipollina e zafferano:

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Animelle di agnello con mandorle, avocado, scorza nera e olive taggiasche:

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Infine arrivano i dessert, frutto della mano sapiente della sorella di Gianfranco, Lucia Paola Vissani, da oltre 30 anni in scena, meno mediatica ma dai risultati  comunque brillanti. Deliziosa la  spugna e zabaione, gocce di olio extravergine di oliva, fondente, lastre di cannella e pere:

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Anche la mini-pasticceria non ha fatto una piega … Non aveva proprio una grinza! Caffè, praline e cioccolati, da degustare nell’incantevole sala affacciata sulla riva del lago, seduti sul divano dinanzi al caminetto acceso d’inverno quando fuori fa freddo.

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A fine serata è d’obbligo una visita alla cantina, fatta di tradizione, pop, rock e glam. Già, la carta dei vini è “scherzosamente” così suddivisa, facendo in modo elegante un distinguo anche sulla base delle fasce di prezzo. Ovviamente non mancano le grandi etichette ma nemmeno è impossibile selezionare tra interessanti proposte a prezzi modici, alcune tra le quali legate al territorio umbro.

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La cucina? Uno spazio ampio dove non manca assolutamente nulla. Pentole in rame e persino in materiali preziosi. Un’isola dove cucinano solo chef e sorella. Un tour interessante è d’obbligo per farsi un’idea del dietro le quinte di cotanto estro e sapore:

Ecco il tour virtuale:

                                                     

Casa Vissani è stata per me un’esperienza memorabile. Se a Casa Perbellini ci si sente “seduti nella cucina dello chef” che prepara “al volo” una degustazione di fronte ai propri ospiti, qui mi sono sentita “seduta nel salotto del signor Vissani ” (entrato in scena a fine serata, un’ingresso inaspettato e quasi teatrale). Un salotto tanto accogliente e confortevole che, a dirla tutta, non mi sarei mai alzata per rincasare a fine serata.

E invece ho a malincuore dovuto farlo. Arrivederci e grazie ancora Sig. Gianfranco, Mr.Luca e a tutta la simpatica brigata; speriamo di rivederci presto …

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